Albert e Mileva


Albert, come racconta la sorella Maja più giovane di due anni, imparò tardi a parlare, e ponderava ogni frase, come se riflettesse su di essa. La madre Paulina gli insegnò a suonare il violino, lo zio Jacob l'algebra e da un amico più grande, studente di medicina, prese in prestito libri di divulgazione scientifica. All'età di 15 anni imparò per conto suo il calcolo differenziale.

Quando Albert aveva un anno l'azienda del padre rischiò il fallimento, egli dunque si spostò da Ulm a Monaco. Il sistema di Bismarck, la chiusura mentale degli insegnanti e l'apprendimento come obbligo rese la scuola un inferno. Albert rivive soltanto in Italia, dove il padre trasferisce la fabbrica poco prima della maturità di Albert.

I genitori decisero di iscriverlo al Politecnico di Zurigo il miglior ateneo fuori dalla Germania. Non avendo la maturità, egli debbe fare l'esame di ammissione. Non passò tedesco e filosofia. Su consiglio de rettore, Albert frequentò per un anno una scuola in Svizzera, dove ricevette la maturità. Contro la volonta del padre, non intendeva diventare ingegniere, ma scienziato.

Albert non ascoltò il padre ancora una volta legandosi con Mileva Maric, una studentessa di matematica, che è partita dalla Serbia, al tempo sotto occupazione. Nel 1901 naque loro una figlia e presto morì. Mileva non passò l'esame di diploma e restò senza lavoro. Un anno dopo il padre di Albert morì e Albert si sposò. Ma anche lui era senza lavoro, poiché qualcun altro ricevette il posto di assistente a lui promesso. Su consiglio di un collega prese il posto di consigliere dell'ufficio brevetti a Berna. Nel 1906 pubblicò 6 articoli.


Mileva e Albert Einstein (1903) [Physics Today, Sep. 1994, pag. 38]


Nel 1908 diventa finalmente "Privatdozent" dell' Università di Berna e un anno dopo professore associato del Politecnico di Zurigo. Il posto era stato offerto a un suo amico, socialista convinto, Frederich Adler, che essendo idealista confessò egli stesso che Einstein è migliore.

Il matrimonio con Mileva era un matrimonio d'amore. Albert scrive dolcemente a Mileva "mia bambolina" e chiama la teoria della relatività - "nostra teoria". Nell'estate del 1914, poco prima della guerra, Mileva lasciò Berlino e tornò con i bambini a Zurigo. Albert redige con un amico il pacifico "Manifesto agli Europei", fatto per il quale viene isolato nell'ambiente dell'ateneo.




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